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Bce: via libera al salvataggio di Carige

La Banca Centrale Europea ha dato il via libera al piano di salvataggio di Banca Carige. Da Francoforte è arrivata l’autorizzazione ai commissari straordinari per convocare l’assemblea degli azionisti, che è stata prevista per il 20 settembre, per deliberare sul piano di rafforzamento patrimoniale che prevede un aumento di capitale da 700 milioni di euro e l’emissione di obbligazioni subordinate per 200 milioni di euro.

Diversi gli attori coinvolti nel piano di salvataggio del gruppo ligure: Il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), lo Schema volontario di intervento del Fitd (Svi), la Cassa centrale banca – Credito cooperativo italiano (Ccb), la Società per la gestione delle attività (Sga) e altre istituzioni finanziarie, così come previsto dall’accordo firmato il 9 agosto.

La notizia è stata accolta favorevolmente dalla Uilca “Siamo soddisfatti di questa approvazione- le parole di Massimo Masi Segretario Generale Uilca e Mauro Corte (in foto) Segretario Responsabile del Coordinamento Nazionale Uilca di Carige- adesso però aspettiamo con ansia le decisioni della famiglia Malacalza protagonista, nel 2014, dei tentativi di salvataggio della banca. Siamo certi che aderiranno al piano, in quanto se fallisse questa opzione ci sarebbe solo la risoluzione della banca”.

La preoccupazione maggiore per i sindacati è quella dell’occupazione “Adesso, come Uilca- continuano Masi e Corte- dopo l’auspicato sì della famiglia Malacalza attendiamo con ansia, e come noi le Lavoratrici e i Lavoratori di Carige, una illustrazione del piano industriale più chiara ed esaustiva.”

(In foto Nino la Rosa)

In Sicilia il gruppo conta circa 200 lavoratori le cui sorti sono legate al piano di salvataggio. A tal proposito Nino La Rosa, componente la segreteria di coordinamento Uilca Carige: “Porteremo la voce dei lavoratori siciliani ai tavoli della trattativa nazionale e non permetteremo che ci siano ulteriori penalizzazioni e discriminazioni. Vigileremo che non siano sempre i dipendenti a pagare ulteriori prezzi per una crisi tutta di responsabilità di banchieri avidi e predatori.”