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Più donne in Cda più reddito

Dal quaderno Consob “Gender diversity e performance delle società quotate in Italia” che analizza tutte le aziende quotate in borsa dal 2008 al 2016, emerge un risultato che dà forza a quanto previsto dalla legge 120 del 2011.

Questa, infatti, impone le donne nei CDA di queste società.

Per potere avere effetto questa “dotazione” necessita di una consistente presenza femminile nei consigli societari, una massa critica minima che genera vari effetti positivi: riduzione dell’età media, aumento della diversità del livello di istruzione, differenziazione delle competenze professionali.

Secondo lo studio di Consob, il ROE aumenta di 17 punti se nei CDA si passa dal 30% al 40% di donne.

Secondo i dati pubblicati da Eurostat-Istat su “La vita degli uomini e delle donne in Europa”, nelle aziende esistono differenze retributive orarie tra donne ed uomini a sfavore delle prime per vari motivi, tra i quali, segregazione di genere occupazionale.

Infatti nei settori/occupazioni con retribuzioni più alte, ci sono più uomini che donne mentre si assottigliano le differenze nei settori dei servizi e del commercio dove si registrano salari più bassi.

Le differenze retributive orarie pongono l’Italia al terzo posto in Europa con il 5,5% in meno di retribuzione oraria per le donne (Eurostat-Istat).

Se ci soffermiamo, invece, sul gap delle retribuzioni lorde annue, rileviamo il 50° posto in una classifica mondiale tra 114 nazioni analizzate con una differenza di genere del 12,7%, circa 3.000 € lordi anno (Gender Gap record 2017 dell’ Osservatorio JobPricing).

(fonti ANSA.IT e La Repubblica.it)